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Riduci
Nell’estate del 1926 Cesare Ferri presenta allo stesso Mussolini - ormai da alcuni anni capo del
Governo - un progetto di programma radiofonico dedicato ai ragazzi da trasmettersi
sulle frequenze romane della URI. Il Duce da il suo benestare e nel giro di qualche
mese, l’11 ottobre 1926, nasce il programma “Il Giornalino Radiofonico del
Fanciullo”, dove Cesare Ferri - nonno radio - manifesta particolare attenzione al
mondo dei piccoli: la trasmissione infatti si caratterizza per uno straordinario interesse
rivolto al mondo dell’infanzia - che Ferri ben conosce in virtù della sua attività di
insegnante nelle scuole elementari - con l’utilizzo di modalità comunicative di grande
efficacia e la cui portata sembra essere particolarmente moderna. Il programma -
che avrà cadenza giornaliera nelle ore pomeridiane - è da considerarsi il più longevo
della radiofonia URI-EIAR.
Il suo ruolo di protagonista nel mondo della comunicazione ci consente oggi di
ricostruire importanti aspetti delle profonde trasformazioni sociali, tecnologiche e
culturali che nel periodo fra le due guerre si sono potute realizzare nonostante il
sistema totalitario instaurato dal fascismo; un clima di vitalità ed effervescenza a cui
contribuisce nonno radio - così come amava firmarsi - entrando in contatto con personaggi
di spicco della futura élite politica ed intellettuale del dopoguerra soprattutto
nel mondo dell’editoria scolastica.
Cesare Ferri ha consegnato ai suoi eredi un pregevole lascito, arrivato fino a noi per
merito soprattutto del figlio Arnaldo che ne ha curato meticolosamente la conservazione.
In sua memoria è stata costituita l’Associazione Arnaldo Ferri: titolare
dell’archivio di famiglia composto da foto, lettere, racconti, articoli e dettagli di vita
quotidiana, che è stato presentato al grande pubblico affinché ci ricordi i primi
esperimenti di programmazione radiofonica che - grazie a nonno radio - oggi può
essere pienamente raccontato assieme ad una buona parte della storia della radio
nel nostro Paese
I documenti usciti - la gran parte inediti - dagli archivi di famiglia di questi due
personaggi offrono un contributo storico di tale importanza da dover riscrivere
pagine del recente passato a tutt’oggi lacunose, oltre che a preparare nuovi
percorsi di studio del rapporto radiofonia-fascismo
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